"Cenerentolaaaa!” Gridano a più non posso matrigna e sorrelastre…
Un nome un programma, come ci raccontano Elio e le storie tese nella loro estrema rivisitazione delle fiabe sonore… Inutile a dirsi, con sarcasmo, cattiveria e pura stupidità Elio ce la mette proprio tutta a distruggere gli stereotipi della fiaba classica e disneyana e non ridere è davvero impossibile.
Ma allora, ci siamo chiesti, che cos'è che per secoli ha permesso a una delle fiabe più antiche e diffuse nel mondo (si dice che la prima versione sia stata composta in Cina nel IX secolo) di resistere nel nostro immaginario con tanto successo? Colpa del principe azzurro? Della scarpetta? O forse di Gas-gas, il topolino ciccione dello storico cartone animato?
Ci siamo risposti che il suo fascino coindice non solo con il coronamento del sogno d'amore ma con la realizzazione, trionfale, di un desiderio di libertà. Cenerentola è cambiamento, libera uscita, affermazione di sé, rapida fuga, uno schiaffo in faccia a chi non credeva possibile, una dolcissima forma di vendetta universale.
Chi non ha mai desiderato infatti che la propria “zucca” anche solo per qualche ora si tramutasse in carrozza? O magari il contrario, che la rigida carrozza diventasse una colorata zucca da mangiare? Di certo non mancano le occasioni in cui gli altri ci attribuiscono ruoli e immagini che non ci appartengono e a cui finiamo per credere pur non riconoscendoci in essi.
Che cosa accadrebbe dunque se, per un giorno, potessimo liberarci da tutte le definizioni imposte o auto-imposte e riscrivere il nostro personaggio? E' una trametta da supereroi o c'è qualcosa di più complesso? Pensiamo in concreto. Tutto si trasformerebbe, si mischierebbe, diventerebbe intercambiabile, compresi i ruoli, gli atteggiamenti, i sessi…Ne scaturirebbe qualcosa che finirebbe per coinvolgere tutti. "Ci sono cose che vengono dall'alto", sostiene Lorella. ”Nei periodi di crisi economica”, scrive invece Diego, “ gli uomini fanno lavori da donna e le donne da uomo. A volta è la difficoltà che rende liberi, è il momento giusto per cambiare i ruoli”. E i nostri desideri? Troverebbero espressione? Il riscatto, l'apertura ci renderebbero finalmente veri e reali?
Forse, abbiamo concluso, anche le fiabe troverebbero nuove forme per raccontarsi e rappresentarsi…A farlo ci ha già pensato la Cenerentola della Compagnia Factory Transadriatica/Elektra/Tir Danza, che a Pubblico Casalecchio di Reno ci ha regalato nell'ambito di Teatro Arcobaleno uno spettacolo di teatro danza divertente e delicato, capace di sovvertire gli stereotipi di genere per avvicinare con naturalezza all'eterogeneità dei nostri aspetti esteriori e ai comportamenti che li accompagnano…Un principe imbranato e rotondetto, una matrigna transgender e due sorellastre a cui ti affezioni…Che fine ha fatto la Cenerentola che conoscevamo?
Prima di provare a rispondere ci siamo fatti parecchie domande, mettendo a confronto due note trasposizioni cinematografiche della fiaba: la più recente Cinderella della Disney (2015) e Cinderfella di Jerry Lewis (1960)….Fatelo anche voi e diteci cosa ne pensate!