{"id":1397,"date":"2013-02-12T18:52:02","date_gmt":"2013-02-12T18:52:02","guid":{"rendered":"http:\/\/laquintaparete.accaparlante.it\/?p=1397"},"modified":"2013-02-12T20:46:21","modified_gmt":"2013-02-12T20:46:21","slug":"perche-il-mondo-sappia-tiergartenstrasse-4-un-giardino-per-ofelia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/laquintaparete.accaparlante.it\/archives\/1397","title":{"rendered":"Perch\u00e9 il mondo sappia. Tiergartenstrasse 4. Un giardino per Ofelia"},"content":{"rendered":"
<\/a>Ci eravamo ripromessi che con voi non avremmo mai parlato di disabilità. Che ci avrebbero pensato gli spettacoli e il teatro a darci parole nuove per raccontare e discutere un presente che non sempre riusciamo ad afferrare come vorremmo.<\/p>\n Eppure eccoci qui, a scalpitare, ancora una volta nella sala dell'ITC<\/a>. "Dite che siamo in ritardo?" , "Ma come, tu avevi detto che saresti…", "No, no, eri tu che avevi detto che…", "Qualcuno vuole una caramella?", "Spegni il cellulare", " Guarda, ho le scarpe nuove ", "Chi manca?"…"Gertrud Danischer. Amburgo, 27 maggio 1905." E ecco che la Storia comincia. Semplice, pulita, di buona fattura.<\/p>\n Tiergartenstrasse 4- Un giardino per Ofelia <\/em><\/a>funziona così, ti inchioda nel buio alla prima battuta, si fa silenzio e non c'è nemmeno bisogno di dirlo.<\/p>\n Storico spettacolo del Teatro dell'Argine, T4<\/em>, ha superato in dieci anni la centesima replica, raccontandoci la storia feroce e al contempo dolcissima di un'amicizia imprevista, quella di una giovane disabile, Ofelia (Micaela Casalboni), e di un'infermiera nazista, Gertrud (Paola Roscioli), assoldata dal Regime all'interno dell'omonimo "Programma T4", il cosiddetto Olocausto minore, che ha portato allo sterminio di oltre 200 mila disabili. Una vero e proprio congegno votato all'eliminazione, teso all'applicazione ossessiva di una precisa derivazione: diversità >anomalia>errore.<\/p>\n A farci testimoni di questo spettacolo noi ci siamo commossi, o meglio, ci siamo messi tutti a piangere. Vergogna? Pietismo? Immedesimazione? Retorica? Verrebbe spontaneo rispondere con un bel chissenefrega…Quando lo spettacolo non è che sé stesso, quando l'emozione esiste e sei di fronte a uno splendido lavoro.<\/p>\n "Per me fare teatro- scrive il drammaturgo e regista Pietro Floridia- consiste essenzialmente in due azioni: conoscere e inventare. Prima si tratta di conoscere una materia. Quindi si tratta di inventare le forme con cui tentare di trasformare ciò che di questa materia mi ha colpito in buon teatro".<\/p>\n Noi, un po' strani, proviamo a farlo ogni giorno con l'immagine dei nostri corpi, mettendoci in relazione con chi non ci conosce con l'imprevisto, conducendo una vita qualsiasi o rendendo scomoda la nostra presenza laddove non siamo attesi.<\/p>\n Anche per noi, caro Pietro, i copioni si scrivono a bordo del palco, così come la Storia di cui con Paola e Micaela, Gertrud e Ofelia, questa sera ci parli.<\/p>\n E ora qualche disegno, una poesia, dei girasoli, una lettera per un finale aperto. Perché il mondo sappia che i fatti maturano lentamente, nei luoghi, nei tempi e nelle volontà di chi li osserva, perché attrazione e repulsione a volte sono la stessa cosa, perché l'accorgimento meccanico lasci il posto alla seduzione.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Ci eravamo ripromessi che con voi non avremmo mai parlato di disabilità. Che ci avrebbero pensato gli spettacoli e il teatro a darci parole nuove per raccontare e discutere un presente che non sempre riusciamo ad afferrare come vorremmo. Eppure … Continua a leggere