Ma questa è l’Italia! Se lo spettacolo è un atto politico

L’Italia di questo preciso momento storico, con le ansie e i desideri propri di questi giorni.

Un’Italia, simbolica micronazione, chiamata a decidere come costruire il proprio futuro.

Proprio di futuro, infatti, si è parlato al Teatro Testoni di Casalecchio di Reno.

Non solo perché in sala c’era una moltitudine di bambini attenti e partecipi, democratici e rivoluzionari.

Soprattutto perché il Teatro delle Briciole e il Teatro Sotterraneo hanno permesso a quel giovane pubblico di partecipare, in prima persona, assumendosi rischi e responsabilità, facendo di questo spettacolo un vero e proprio atto politico.

Atto politico in quanto arte di governare.

I due attori, infatti, capaci di catturare dal primo passo l’attenzione del pubblico, sono riusciti, un po’ alla volta, a condurre quel micro popolo, attraverso i limiti e le risorse della democrazia: prima la definizione dei confini e di un nome, poi la scelta delle regole utili a gestire i rapporti di convivenza, quindi l’elezione di un governante e, poco dopo, la sua destituzione al grido di “libertà, libertà!”, infine la risoluzione di un problema, una bomba ad orologeria, grazie all’aiuto di tutti.

Un atto politico ma anche un vero e proprio atto educativo, che ha permesso di sperimentare quella cittadinanza attiva che da più parti i cittadini italiani si augurano per il futuro della propria nazione. La Repubblica dei bambini riesce, quindi, a trasmettere al pubblico, tra molte risate e un tifo da stadio, un’idea estremamente comprensibile di cos’è la struttura di una nazione, di quale grande sfida sia il governo della stessa, di come sia facile cadere nel tranello della dittatura ma anche di come sia possibile lottare per ottenere nuovamente la libertà.

In conclusione, una proposta, forse azzardata ma certamente utile.

Perché non portare lo spettacolo dentro le aule del Parlamento Italiano? Roberto Parmeggiani

Quello che ho visto è stato davvero uno spettacolo davvero emblematico della situazione politica attuale, tanto che alla fine non ho potuto resistere dallo stringere la mano e fare i complimenti ai due attori. Quello che più mi ha colpito e in cui mi sono più riconosciuto è stato il senso di smarrimento provato dagli elettori di Daniele, uno dei protagonisti che autocandidatosi al governo della nostra micronazione si è trasformato in dittatore, quando questi si è tirato indietro, per varie e aleatorie ragioni, su tutte le promesse fatte al popolo. Ciò ricalca alla perfezione la sensazione da me e da altri smarriti abitanti della nostra nazione quando lex-premier è stato eletto e anche quando ha presentato le sue, a lungo rinviate, dimissioni. Che succederà dopo? Questa è la domanda che ci siamo fatti tutti!

Personalmente penso che questo spettacolo dovrebbe essere visto da coloro che in teoria dovrebbero occuparsi di far funzionare il paese, anche se, ovviamente, la visione come atto fine a sé stesso non serve a nulla, la soluzione potrebbe stare solo nell’applicare le suggestioni trasmesse. Ritengo, tuttavia, che già uno spettacolo di questo genere può riuscire a introdurre con successo alla vita civile le persone che diverranno gli adulti di domani, avviandoli al discorso normativo e decisionale, attraverso le armi del divertimento, del gioco e della partecipazione. I finti comizi, leggi e cartelloni, insieme alla prova attorica dei due esilaranti protagonisti, sono stati degli escamotage a mio parere geniali per uno spettacolo nell’insieme complesso per i bambini che però è riuscito ad arrivare al punto in brevissimo tempo, coinvolgendoci prima di tutto con il sorriso. Quanto mi piacerebbe, quando le cose non vanno, poter davvero telefonare al mondo per chiedergli consiglio! Mattias Fregni