Tocca a te, spettatore!

 Fin dall'inizio, quando ci si appresta ad entrare nella sala del Teatro ITC per assistere a Report dalla città fragile si comprende che quella che stiamo per vivere non sarà un'esperienza dai contorni regolari.

Si entra a piccoli gruppi e un'atmosfera di curiosa attesa, non appena il primo scaglione scompare nel buio, invade rapidamente il foyer. Finché non è il nostro momento ed arriva Gigi Gherzi, il regista con Pietro Floridia dello spettacolo, ad accoglierci personalmente nel corridoio per condurci piano piano nei meandri del teatro. Gigi ci parla come se ci avesse incontrato per la strada e volesse svelarci un segreto. Un atteggiamento anomalo, mi son detta, che a teatro non avevo mai visto…di solito c'è sempre una certa distanza tra chi è sul palco e chi è in platea, mentre ora, che per di più non siamo in nessuno di questi luoghi ma in un corridoio, lo spettacolo è già iniziato e io, che non so bene il perché, mi sento spaventata e coinvolta.

Gigi ci prepara così, dandoci del tu, avvicinandosi ai nostri sguardi e indicandoci una teca di immagini, costruzioni e parole, preludio, scopriremo, al racconto del suo viaggio alla ricerca delle storie e delle voci di quelle che lui chiama le “persone fragili”.

Facciamo il giro della sala e saliamo sul palco, dove tutto quello che vediamo lo possiamo osservare, toccare…c'è un museo di tante, tantissime teche in mezzo a cui perdersi…sembra un bosco. Ci chiedono poi di toccare ed esplorare questa misteriosa scenografia, il protagonista chiacchiera con noi…quello, lo si capisce già, sarà proprio il nostro spettacolo! Ci sediamo sulle panche in semicerchio, come nel teatro greco, e Gigi ci invita a dire la nostra sul suo racconto e, prendendo spunto di volta in volta dai frammenti delle sue interviste alle persone fragili della città e dell'ex ospedale psichiatrico milanese Paolo Pini, scriviamo dentro alla teche, lasciamo messaggi, i nostri messaggi, ogni sera diversi come diverso sarà anche lo spettacolo che Gigi ci racconterà. Le vite dei personaggi e quella di Gigi scorrono e così le nostre matite sulla carta, reperti di un passaggio graduale, del prima e del dopo e del nostro essere lì, sul palco, pronti a riconoscere, insieme, anche quello che nella nostra città vediamo e viviamo ogni giorno. Ad un certo punto ci viene chiesto di scegliere una teca e di posarla a terra. Sarà il pezzo di una nuova mappa, quella del pubblico presente sulla scena, nuovo microcosmo, nuova piccola città fatta di fragilità.

Report dalla città fragile è davvero uno spettacolo dello spettatore, ogni sera co-autore insieme a Gigi della storia che verrà. Non immaginavo che questo fosse possibile, né tanto meno di poter salire su un palco per vivere uno spettacolo senza recitarlo. Eppure, ho scoperto che anche noi, spettatori, possiamo essere e fare moltissimo, anche per cambiare le cose, a partire anche solo da lì, dal teatro. Per esempio condivere le nostre fragilità e partecipare in questo modo più attivamente alla vita, proprio come abbiamo fatto sul palco del Teatro ITC! Tatiana Vitali e Lucia Cominoli