Come una perla

la perla 1Tutto cominciò nel 1954 quando la signora Ada, sarta bolognese della famiglia Masotti, fondò nella sua città un laboratorio di confezione, L'Ape, predecessore di quella che in futuro diverrà uno dei marchi più noti dell'intimo made in Italy, l'azienda La Perla. Giunta all'apice della produzione e del successo negli anni Novanta con più di 1400 dipendenti diretti, nel 2008 l'azienda ha subito un brusco arresto, durante il quale ha rischiato di essere venduta a una holding statunitense, fino alla rilevazione, nel 2013, da parte dell'imprenditore Silvio Scaglia. Dalle stelle alle stalle il passo è breve…E le operaie e gli operai questo lo sanno bene…Perché sono loro, persone comuni, padri, madri e lavoratori i veri protagonisti di questa storia e di questo spettacolo, Come una perla, commissionato all'ITC Teatro da CGIL, CISL e UIL, quale "caso felice- ci racconta il regista e drammaturgo Nicola Bonazzi- di azienda locale passata dal fallimento alla salvezza".

Insieme a Nicola e a Lea Cirianni, i conduttori del percorso laboratoriale che ha portato i 17 operai sul palco dei teatri mettendo al centro la propria esperienza autobiografica, abbiamo ripercorso le tappe della salita e della discesa, di chi, pur non avendo mai fatto teatro, ha scoperto di saperci fare, oltre ad aver avuto l'occasione di conoscere i propri colleghi durante le prove dello spettacolo pur facendo parte da anni della stessa azienda.La Perla

Perché al fondo non mancano le contraddizioni, anche quando lo spettacolo ci appare più rivoluzionario…"Le mie bambine", così come le chiamava la signora Ada, sono a tutti gli effetti delle dipendenti che da questa protezione sono state gratificate e dalla cui assenza è difficile staccarsi…A sentirlo raccontare ci è venuto spontaneo fare un paragone con il villaggio di Crespi D'Adda, uno dei più famosi villaggi operai del nostro paese, oggi patrimonio Unesco, dove gli operai nascevano, studiavano, vivevano e morivano. "Dalla culla alla tomba", si diceva, la vita scorreva tranquilla sotto l'ala della famiglia Crespi, proprietaria del noto opificio tessile sulle rive dell'Adda che li riforniva, di cibo, case, giardini, istruzione e persino teatri. Ma è proprio questo che ancora vogliamo? Su che cosa si fonda il diritto al lavoro? Che cos'è il benessere? Beh, facile parlare senza esserci in mezzo, si potrebbe rispondere! Moltissime le domande e le riflessioni sollevate in noi dallo spettacolo e dall'onestà dei suoi attori…

Ci tornano alla mente i gesti che abbiamo visto sulla scena, gesti meccanici di un sapere artigianale che sta andando perduto, la paura di non farcela, il disagio nell'essere presenti a manifestazioni e scioperi che ci fanno uscire dal quotidiano e al contempo diventano occasioni per allacciare legami e scoprirsi capaci di qualcosa prima impensabile…Fantasiosi, combattivi, diversi da prima…In una parola NOI.

N-O-I. Tre lettere che come un martello hanno accompagnato le nostre chiacchierate dopo lo spettacolo. Cementificare una consapevolezza raggiunta. Questo ci sembra il risultato più grande di Come una Perla…Uno spettacolo che vive dei suoi attori, della loro energia e simpatia, di un gruppo che quando si muove compatto e comincia a marciare è ancora l'immagine più forte di tutti i tempi.

la perla defCosì, proprio come chi durante le manifestazioni è stato costretto a inventarsi "tante canzoni che neanche a San Remo"…non potevamo che rispondere con una canzone fatta di piccoli slogan…Come l'abbiamo imbastita? Direttamente con una macchina da cucire!

Qui, scorrendo fino in fondo, potete vedere cosa abbiamo combinato e leggere il racconto teatrale di Nicola Bonazzi (La_Perla_racconto_teatrale_Nicola_Bonazzi) con cui, insieme all'incontro con il regista e Lea, ci siamo preparati allo spettacolo.