Elogio dello smarrimento a due

casa-dolce-casa-the-mirrorSpecchio specchio delle mie brame, dimmi chi sono io prima di tutto?
Le favole sono piene di specchi incantati, capaci di dare risposte alle nostre impossibili domande
Le nostre case sono pieni di specchi che riflettono la nostra sorpresa, consueta immagine.
I negozi sono pieni di specchi che amplificano: abbelliscono, ingentiliscono, deformano ed evidenziano il nostro viso, le nostre gambe, le nostre braccia.
Infinite varianti di noi stessi, mille visioni dell’io che si ripetono all’infinito senza aggiungere particolari, senza permettere in alcun modo di aggiungere, di conoscere meglio qualche pezzetto di noi
Difficile è l’esperienza di specchiarsi nel volto di un altro.
Oh quanto ci stanca specchiarci nella faccia di un altro, quanto ci toglie energie cogliere somiglianza nella differenza, riconoscere uniformità nel continuo divenire del movimento.
Davanti allo specchio: io; dietro allo specchio: l’altro. E poi? Io mi muovo, l’altro risponde sullo stesso tono, io mi siedo, si siede pure lui, mi accarezzo i capelli, si accarezza i capelli…equilibrio
Ci perdiamo e confondiamo nel nostro specchiarsi reciproco, ci interroghiamo con gli occhi e spalanchiamo le bocche in un moto di sorpresa, sorridiamo perplessi.
Quando attraversiamo lo specchio impariamo pian piano ad apprezzare i contorni comuni, le movenze simili, le difficoltà ricorrenti, i gesti analoghi.
Rimane lo sbigottimento di fronte a quanto ci fa simili l’uno con l’altro e il sottile piacere prezioso di non essere poi così unici.

                                                                                           Giovanna Di Pasquale