Desdemona e la giornata mondiale contro la violenza sulle donne

La tragedia dell’Otello tocca numerosi ambiti e contesti con degli aspetti facilmente riconducibili a l’attualità come razzismo, passione, maledicenza, invidia, gelosie reali o supposte, diversità.OTELLO 3

Quello su cui vorremmo porre l’attenzione ora, in onore anche della giornata mondiale contro la violenza sulle donne svoltasi lo scorso 25 novembre, è il dramma del possesso.
Lo stratagemma creato ad arte da Iago (che non si fa scrupolo a utilizzare luoghi comuni e pregiudizi sul colore della pelle del protagonista da un lato e sulla frivolezza e la disonestà della donna dall'altro) per far destituire Cassio, finisce nella maniera più assurda e tragica. La gelosia accecante di Otello culmina con l’omicidio di Desdemona, “ragazza sfortunata” come racconta il suo nome, l'unica a rimetterci, l'unica immune dal gioco del potere.
Una tragedia “familiare”, dovuta alla paura e al dubbio, alla mancanza di fiducia di Otello nei confronti della donna che ha scelto come sua compagna di vita, nonostante le differenze anagrafiche e culturali.
La questione dell’età è, a mio parere, un altro punto importante. Tra il XVII e XVIII secolo era quasi naturale per un uomo benestante e maturo scegliere come compagna una ragazza molto giovane. Nella regia di Garella è stata più volte sottolineata questa differenza, grazie anche all'abilità degli attori Massimo Dapporto e dalla giovane Angelica Leo. Otello è un uomo esperto, vissuto e molto sicuro di sé, Desdemona è una giovane donna, una ragazzina innamorata alla follia ma poco smaliziata e forse anche un po’ ingenua.
Le conseguenze di questa distanza di età e di esperienza vengono tutte a galla quando la coppia, nella seconda parte della tragedia, viene a confrontarsi sul falso tradimento, inventato di sana pianta dal perfido Iago.
Qui Otello fa valere per la prima volta tutta la sua forza e il suo potere nella furia incontrollabile mentre Desdemona, innocente, confusa e terrorizzata, ci fa venire voglia di gridare dalla platea “Otello, fermati, che colpa ne ha?”. Ci fa arrabbiare, ci fa venire da piangere, in poche parole: ci fa sentire impotenti.

Non ti è mai venuto in mente, Otello, che potesse essere un uomo a mentire?Foto calamaio 2
Che dire…Basta leggere la cronaca sui giornali per provare ancora le stesse sensazioni, mi è capitato anche oggi. L’uomo continua ad approfittarsi del suo vigore, della sua posizione di forza per far valere il suo potere sulla donna, in casa o sul lavoro spesso utilizzando gli strumenti della violenza fisica e psicologica. Le donne, terrorizzate, non riescono ad evadere da questa situazione di sottomissione, finendo per lasciarsi prevalere da un altro pregiudizio, legato anche questo alla maledicenza di cui abbiamo già tanto parlato: la vergogna.
Nonostante l’opera di Shakespeare abbia oramai più di cinquecento anni, il tema della violenza sulle donne di ogni parte del mondo resta allarmante e, come raccontano i dati, drammaticamente attuale. Studi antropologici dimostrano come la gelosia sia innata, dovuta a un istinto animale ma anche utilitaristica, legata ai concetti di potere e possesso. La donna ama, comprende, affianca può anche essere ritenuta onesta e rispettata ma è pur sempre una cosa, non è mai protagonista. 
C'è una famosa frase che dice: “ Dietro ogni uomo c'è sempre una grande donna”. Questa “massima” mi ha sempre fatto molto arrabbiare, potremmo anche inserirla nella nostra Collezione di malelingue…Non credo ci sia molto da aggiungere…ci ha pensato Shakespeare a farlo, portando sul palco un confronto rivoluzionario tra due figure per definizione ai margini, un tragico gioco di specchi che ora mi fa venire in mente un'altra domanda: e se Desdemona fosse stata nera? Tatiana Vitali