Ofelia, dove sei?

van-gogh-girasoliCiao Ofelia.

Di te mi rimane un’immagine.

Protesa verso l’alto, forse verso il cielo. Il tuo corpo, il tuo sguardo, i tuoi ricordi.
In avanti, catturata da quel che verrà.
Dirai che i ricordi sono del passato. Indubbiamente, ma ci sono anche i ricordi del futuro, quelli che speriamo, che vorremmo vivere. Il desiderio di incontrare chi non possiamo più toccare o vedere.
Sei partita, all’improvviso, con un sacchetto di semi di girasole nascosto in tasca.

Un piccolo tesoro di cui ti starai prendendo cura come fai di solito con le persone, come hai fatto con Gertrud.
Sai, mi sono chiesto tante volte: chi ha salvato chi?
Gertrud ha salvato Ofelia o viceversa?
Comunque sia qualcosa è cambiato, nella vita di entrambe.
Non siete più le stesse, pur restando sempre Gertrud e Ofelia.
Come quando un seme diventa un fiore, è sempre lo stesso pur essendo diverso.
Starai guardando i tuoi girasoli, adesso. Ma anche i tulipani, i gelsomini e le rose.
Un grande prato pieno di fiori. E tante persone a bocca aperta, con le bracci alzate, che saltano. Felici, solo felici. Perché davanti a qualcosa di bello si può essere solo felici.
E tu? Tu sul ramo di un grande albero, protesa verso l’alto, forse verso il cielo. Il tuo corpo, il tuo sguardo, i tuoi ricordi. In avanti, catturata da quel che verrà.

P.S. Stamattina hanno suonato alla porta. Quando ho aperto non c’era nessuno, solo un girasole e un biglietto: “Salvare lei era salvare me”.

                                                                                          Roberto Parmeggiani