Un’amicizia nella Memoria

Ofelia 2Ventisette ossa,
trentacinque muscoli,
circa duemila cellule nervose
in ogni polpastrello delle nostre cinque dita.
E' più che sufficiente
per scrivere Mein Kampf
o Winnie the Pooh.

Wislawa Szymborska, La mano.

Prendiamo due donne, una ha i capelli rossi, adora il suo nome, che il più dolce dei colonnelli, papà, pronunciava spesso e le lettere, Ofelia, diventavano una canzone. Insieme a lei Gunther, il fiore nella bolla, inseparabile amico di mille avventure, fedele, anche quando il mondo non accenna risposte e solo nella serra abitano le orecchie che ascoltano i perché.
E poi c’è Gertrud, fortezza da espugnare, statua di ferro, nessuna sporcizia, nessuno stupore finché la Regola la chiama all’ordine, finché tacere conviene al soldato che non dice parola e il folle in cui si specchia non vuole toccare…troppo vicini il riflesso e la paura. In fondo basterebbe mangiare un biscotto e tutto sarebbe più semplice…un morsetto, di nascosto, prima di iniziare a ballare.
T4-Un giardino per Ofelia è la storia di un’amicizia insospettabile eppure profonda e sincera tra due persone uguali e diverse, Ofelia, giovane disabile rimasta orfana e Gertrud, infermiera assoldata dal regime nazista per portare a termine il programma T4, un vero e proprio programma di sterminio, rivolto alle persone con disabilità, che, purtroppo, avevo già avuto modo di studiare e conoscere. Una storia di ribellione e prima di tutto di comunicazione, capace di oltrepassare i confini delle imposizioni sociali e statali. Una storia di utopia e allo stesso tempo reale e concreta, per questo capace, credo, di parlare con chiarezza anche alle generazioni future.memoria
Sono stata molto felice, in questo senso, di scoprire seduti intorno a me moltissimi ragazzi e ragazze, giunti all’ITC per assistere allo spettacolo in occasione della Giornata della Memoria dello scorso 27 gennaio e sentirli a loro agio accanto a me.
Spero che Ofelia e Gertrud continuino a replicare la loro amicizia in giro per l’Italia e magari nel mondo, per non dimenticare quello che è accaduto, perché non accada mai più. I rischi che questo possa succedere non sono così scontati…ce ne ha parlato a suo modo anche un dittatore d’eccezione, Ascanio Celestini, nel suo recente spettacolo Discorsi alla nazione cui abbiamo assistito sempre all’ITC, ma questa è un’altra storia e ve ne riparlerò.

                                                                                                             Tatiana Vitali